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Update e i primi due mesi a Los Angeles

Ciao a tutti! Vi ho trascurato, lo so, ma col nuovo lavoro, la ricerca di un appartamento nonche’ di una macchina, tutte le pratiche burocratiche… Diciamo che mi sembra incredibile siano passati quasi 2 mesi da quando sono arrivata a Los Angeles, mi sento ancora totalmente spaesata, eppure e’ cosi’. Il tempo vola.

Nel caso a qualcuno interessasse, non fa caldo come in estate, quando va giu’ il sole (e tramonta anche qui molto presto) le temperature scendono parecchio e fa freschetto. Pero’ a pensare che siamo a dicembre, sono temperature decisamente piu’ calde rispetto a quanto ero abituata. Non apprezzo la passione degli americani per l’aria condizionata, che spesso e’ accesa anche in inverno all’interno di uffici, negozi e altri luoghi pubblici. Tremendi! E per quanto riguarda l’atmosfera natalizia… beh avete presente le case tutte decorate che si vedono nei film? Ecco, da cosi’ a peggio. Ci sono varie competizioni per la casa piu’ decorata, con piu’ luci, oppure, in alcuni casi, piu’ pacchiana.

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Un evento che mi e’ piaciuto moltissimo e’ stata la sfilata di barche decorate a Natale di Newport Beach. A parte che Newport e’  a priori una delle citta’ piu’ belle della zona (non ci avevano ambientato O.C.???) ma la sfilata di barche e’ stata davvero carina, e tutte le case lungo la riva erano decorate in modo fantastico.

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Avendo tirato fuori un attimo i telefilm… Sapevate che buona parte delle scene di Beverly Hills 90210, quelle ambientate a scuola soprattutto, non sono state girate a Beverly Hills ma in un liceo di Torrance? Ci passo davanti spesso, andando o tornando da lavoro. e nello stesso liceo dovrebbero, secondo voci locali, aver girato anche molte scene di Buffy. Addirittura, un giorno mentre stavamo visitando il Pier di Redondo Beach, siamo capitati in mezzo al set per delle riprese cinematografiche, solo che non sappiamo di cosa!

E poi, abbiamo visitato il campus di UCLA, che e’ a dir poco enorme e cio nonostante niente in confronto al campus di Berkley, fatto un giro per Sunset Bulevard e Beverly Hills… non ci siamo ancora azzardati ad entrare a Bel air, perche’ quei due bei cancelli all’ingresso ci avevano intimorito e fatto pensare ad un area privata con accesso solo per i residenti (ma non e’ cosi’ e prima o poi ci andremo! giusto per trovare la casa di Willy)… e visitato Long Beach e Palos Verdes, due citta’ sulla costa una piu’ bella dell’altra (ma la mia favorita per ora resta Newport).

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E con tutti questi giri da brava turista, non pensate che non mi sia dedicata a un po’ di sano shopping all’interno dei diversi centri commerciali della zona! Sono passata per il Fashion Island di Newport al Beverly Center di Beverly Hills, senza contare il Del Amo Shopping Center di Torrance, che sembra essere il quarto centro commerciale piu’ grande degli Stati Uniti.

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Sono passata anche per il Rodeo Drive, si quello di Julia Roberts in Pretty Woman, ma li’ di fare shopping non se ne parla… troppo costoso…

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E soprattutto, ragazzi, shopping on line! Qui si usa ancora piu’ che in Germania, si ordina di tutto on line, soprattutto dopo il Ringraziamento con il Black Friday e il Cyber Monday! In quei giorni e’ decisamente meglio stare lontani dai negozi, scene da panico, la gente fuori in coda dai negozi da piu’ di ventiquattr’ore prima in attesa di accalcarsi dentro per primi! E grazie a due youtubers (locali, oltretutto) ho scoperto i vantaggi di Ebates! Voi lo conoscete? Io ero scettica all’inizio, ma mi e’ gia’ arrivato il primo assegno con il mio cash back, quindi direi che c’e’ da fidarsi. In pratica, per chi non lo conoscesse, e’ un sito da cui si puo’ accedere a diversi altri siti per shopping on line, e entrando attraverso Ebates una parte dei soldi che spendiamo nell’acquisto ci viene restituita. E’ una gran cosa! Solo non sono sicura che valga anche per spedizioni all’estero, per quello dovreste dirmi voi.

A breve un nuovo post con tutti i prodottini nuovi che ho comprato e con mini review o prima impressione!

 

Toccata e fuga a Innsbruck

Ed eccomi qui a raccontare di un altro piccolo viaggio che ho fatto di recente, sempre per motivi di lavoro. Certo non è stato esaltante come andare negli Stati Uniti, ma ad ogni modo non ero mai stata a Innsbruck prima. Visto il poco preavviso i treni costavano un sacco, quindi armata di spirito avventuriero e di tanta pazienza sono partita in autobus. Credetemi, in macchina non ci sarebbero volute più di 6 ore. Io sono partita alle 8.45 di mattina, e sono arrivata a innsbruck alle 21.30. Non si può dire che non abbia visto un sacco di bei panorami dal finestrino, però sono decisamente troppe, TROPPE ore.

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Dopodichè, consiglio per tutti coloro che abbiano intenzione di avventurarsi in Austria provvisti di  smartphone, scaricatevi l’ app OBB Scotty, che permette di vedere treni, autobus tram e altri mezzi di trasporto, i loro orari, le fermate e via dicendo. E, non da meno, l’app CityMaps2Go, che vi consente di scaricare le mappe delle città che vi interessano per poi controllare la vostra posizione e i luoghi di interesse da non in linea. Ecco nonostante queste carinissime applicazioni, sono riuscita a perdermi. Dal capolinea dei bus ho anche preso l’ autobus giusto, fenomeno. E dopo un momento di iniziale smarrimento (perchè non riuscivo a trovare il bottone per prenotare la fermata, che si trovata “in alto”) mi sono seduta a controllare sulla mappa il percorso fatto. Tanto era buio e fuori non si vedeva nulla, pochissie luci ed era già tutto chiuso. Il problema di certe app è che non possono sapere di eventuali lavori in corso lungo le strade normalmente effettuate dai mezzi pubblici, e quindi di eventuali deviazioni e modifiche delle fermate. Quindi dalla mappa sembravo essere ben lontana dalla fermata del mio hotel, nonostante sullo schermo del bus fosse apparso il nome della fermata a cui dovevo scendere. Anche se per sicurezza ho provato a premere il pulsante di fermata, non è successo niente, nessun suono, e l’ autista non si è fermato. Ho pensato di scendere alla fermata dopo, non fosse che all’ improvviso abbiamo preso una specie di tangenziale e siamo usciti proprio dalla città :O Panico. Per fortuna seduta dietro di me c’era una ragazza gentilissima, la quale mi ha risposto in inglese dicendo che l’ autobus stava andando verso un paese vicino, che avrei potuto scendere alla fermata successiva e un autobus in senso contrario mi avrebbe riportata indietro nel giro di pochi minuti. Così ho fatto, ma essendo una linea diversa ho rischiato di nuovo di perdere la fermata giusta. Sono riuscita ad arrivare in camera poco prima delle 23.00. La mattina dopo, con la luce, mi sono resa conto che in tutto il quartiene c’erano cantieri stradali e quindi i percorsi deli autobus erano completamente modificati con fermate provvisorie anche molto lontane da quelle originarie. La mia solita fortuna. Il mio appuntamento di lavoro era alle 11.00, quindi in mattinata non ho fatto molto se non colazione e breve ripasso al computer, guardando fuori dalla finestra del mio hotel.

thumb_IMG_0181_1024E dopo essere faticosamente riuscita a trovare l’ ufficio dove dovevo andare e un paio d’ore di conversazione, mi erano avanzate due ore prima del treno per tornare a casa. Così ho camminato per la città fino alla stazione dei treni. Ho visto molto poco, ma Innsbruck è decisamente una città molto carina, il panorama montano tutto intorno è parecchio suggestivo. Certo è che, con solo due ore per raggiungere la stazione, la necessità di procacciarsi qualcosa per pranzo, e i bagagli al seguito (ok, era solo uno zaino, ma il computer pesava un sacco) ho visto ben poco e soprattutto, anche in questo caso, di andare per negozi non se n’è proprio parlato! Almeno, da quanto ho visto, i negozi in giro per il centro c’erano.

thumb_IMG_0184_1024 thumb_IMG_0189_1024 thumb_IMG_0194_1024 thumb_IMG_0193_1024E durante il ritorno in treno, nonostante i cambi, mi sono fatta una notevole e meritata dormita… impiegandoci 7 ore invece di 12 e più…

E voi? Mai stati a Innsbruck?

 

 

 

 

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Toccata e fuga negli States

Ebbene si, anche se non è proprio una cosa comune mi sono ritrovata ad andare neglu Stati Uniti per un periodo piuttosto breve… diciamo che in albergo alla fin fine ho dormito solo 3 notti e se si fanno i conti col jet lag non è una bella cosa. Ma per lavoro si fa questo e altro… anzi! E’ stata in ogni caso una bellissima esperienza. Comunque, essendo questo il primo viaggetto serio da quando ho iniziato il blog ero super motivata  a filmare ogni minima cosa (soprattutto grazie al cellulare nuovo, grazie papà, altrimenti con quello vecchio sarebbe uscita una schifezza). In realtà ora che controllo le foto mi rendo conto di aver immortalato quasi esclusivamente cibo e la stanza d’ albergo. Portate pazienza, è il primo blog dove parlo di viaggi 😀

Comunque, mi sono ritrovata a partire dall’ aeroporto di Francoforte, che è uno dei più grandi in Germania se non il più grande. E visti gli orari del volo mi era impossibile arrivare in città direttamente la mattina. Avevo progettato di dormire direttamente in aeroporto, in passato mi è capitato di “dormire” (sempre con un occhio aperto) in un sacco di stazioni qui in Germania. Ma alla fine mio marito ha insistito tanto, con la storia che già avrei sofferto del jet lag ecc, che mi ha convinta e ho deciso di fermarmi in un hotel. Per comodità ne ho scelto uno vicino alla stazione principale di Francoforte, così la mattina sarei stata comoda per prendere il treno fino all’ aeroporto. Pessima idea. Se vi dovese capitare, non fatelo o almeno cercate di non essere da sole. La città di Francoforte l’ ho già visitata l’ anno scorso, e non c’era qualcosa in particolare che mi avesse colpito più di tanto. Era perfetta per lo shopping, questo si. Ma non ero stata nella zona attorno alla stazione. E adesso so che quella zona, specialmente di sera, non è poi così tranquilla e sicura. C’era gente dall’ aria davvero poco rassicurante in ogni via, mi hanno chiesto soldi e fermato per vari motivi almeno 3 volte nell’ arco di 2 minuti, ed era pieno di poveretti che dormivano per strada sui marciapiedi. anche in fianco alla porta dell’ hotel. Io sono arrivata in camera quasi di corsa e non sono più uscita fino alla mattina dopo. Arrivata di buonora all’ aeroporto di Francoforte, speravo di potermi dedicare un pochino ai negozi prima di partire, ma con mio disappunto l’ aeroporto era così grande da essere suddiviso in vari terminal, che si potevano raggiungere solo con un trenino sopraelevato. E il terminal da cui partiva il mio volo di negozi ne aveva davvero pochi. Così ho lasciato perdere posticipando lo shopping aeroportuale al rientro in Germania. Il volo in sè non è stato molto traumatico, nonostante io abbia una fifa nera di volare. L’ imbarco, invece, quello sì è stato traumatico. C’era una specie di comitiva enorme, proveniente da varie parti degli States, tutti muniti di giacca a ventu blu e targhetta col nome… erano tantissimi! Credo che un 90% dell’ aereo fosse occupato da loro. E avevano viaggiato per la germania e la grecia dando concerti, quindi avevano con loro vari bagagli ingombranti contenenti gli strumenti. Immaginate che casino possano aver fatto ai check in. Comunque una volta seduta in aereo mi sono ritrovata in fianco  un tipo di questa comitiva, anche giovane, ma che non ha spiattellato una singola parola per tutto il santo viaggio di svariate ore. Simpatia. La selezione di film era da depressione, tanto che ho finito col guardarmi nuovamente Home (con somma derisione del mio compagno di viaggio silenzioso che controllava tutto). La noia era tanta, per fortuna ci hanno tenuto occupati con sostanziose quantità di cibo. Appena partiti drink (di benvenuto!), poi pranzo,pollo al latte di cocco con una verdura molliccia indefinita in fianco, che per vostra gioia ho fotografato (sempre derisa dal tipo silenzioso).

thumb_IMG_0024_1024E bisogna ammettere che il pollo in sè non era neanche male. inoltre nel grazioso vassoietto avevano messo anche un’insalata con tanto di dressing, dei crackers con una striscia di formaggio, un panino e dei biscotti allo zenzero. A seguire un altro paio di drink. E mannaggia che stavolta non ho potuto nemmeno prendermi un po’ di vino causa gocce anti ansia che mi sono fatta prescrivere per il volo!

A metà volo è arrivato lo spuntino (come fuso orario non era ben chiaro che ore fossero, eravamo partiti alle 11.00 ma poi si viaggiava 9 ore per arrivarealle 15.30… boh). E questa volta hanno portato dei grissini, corti e cicciotti, direi grissoni, con una marmellatina di peperoni. Una novità, ma non era poi male. Il tutto con drink, ovviamente…

 

 

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E più tardi, sempre orario non chiaro ma al mio stomaco andava bene, panino al formaggio (che non mi sono ricordata di fotografare e al momento della foto era già nel mio stomaco!) e gelato! Addirittura la coppetta gelato! Che carini!   thumb_IMG_0026_1024

Quindi sono riuscita finalmente ad arrivare in aeroporto ad Atlanta. In tanti mi avevano detto che era l’ aeroporto più trafficato d’ America. Doveva essere enorme, e oltre a volermi sgranchire le gambe continuavo ad avere il pensiero fisso dei negozi. Si, lo so, sono da ricovero. Ma una mia amica (la collega matta di shopping) mi aveva incaricato di portarle la naked smoky e io volevo tanto vedere i nuovi rossetti opachi della mac e non solo. Purtroppo una volta atterrata non è che fossi esattamente libera di girare per l’ aeroporto a mio piacimento. Per tutto un primo tratto ci sono addetti che ti guidano lungo i vari corridoi, ti indicano a destra o a sinistra, ti chiedono se devi uscire o se devi prendere un altro volo. Insomma mi sono ritrovata subito al banco dei controlli passaporto, e da lì direttamente al trenino sopraelevato per il mio terminal successivo, e da lì subito ai controlli per rientrare ai gates. Così, tutto nell’ arco di neanche un’ora. Quando l’ ultima volta solo per controllare il passaporto ero stata in coda due ore. Insomma avevo contato 5 ore come lasso di tempo prima del secondo volo per niente. Restava l’ idea dei negozi. Bene, con la mia solita fortuna, al mio terminal di negozi di trucchi, o vestiti, o qualsiasi cosa interessante, non ce n’era manco uno!

thumb_IMG_0027_1024Era un corridoione lungo come non so che, enorme davvero, con una serie continua di ristoranti, bar e chioschetti per i panini! Non ho visto nemmeno un dutu free! C’ era un negozio di adattatori per prese di corrente, una spa per riprendersi tra 2 voli, e un’esposizione di occhiali. Senza il negozio, solo esposizione. Ovviamente mi sono seduta davanti al gate e sono stata su skype con mia mamma e mio marito per ingannare l’ attesa.

Prima di salire sul secondo volo, aereo piccolino da 85 passeggeri, mi era venuto un sonno…tanto che appena salita in aereo mi sono proprio addormentata e mi sono svegliata all’atterraggio. Da lì taxi e hotel, dove sono arrivata molto probabilmente in stato di zombi tanto che il tizio alla reception mi ha dato un coupon per la colazione da usare il mattino successivo (così non devi alzarti prima per andare a cercare dove fare colazione). La stanza era molto carina, una delle più grandi dove sia mai stata.

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Soprattutto, la doccia era una delle più grandi che avessi mai visto…. ci si poteva fare una festa lì dentro!

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E qui tanto per la cronaca potete osservare i miei primi esperimenti di collage fatti dal cellulare. Non mi passava davvero niente nelle ore buche di questo viaggio…

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Stanza a parte, e colazione a parte (mi vergognavo troppo a tirare fuori il telefono e fare foto davanti a tutti… anche se c’erano le macchine per farsi i waffeln! Figata!) la mattina sono riuscita a girare un po’ per la città, che molto probabilmente nessuno conoscerà. Sono stata nella ridente cittadina di Durham. E’ decisamente una cittadina molto carina, da film. C’erano un sacco di casette dai colori pastello, nessuna casa più alta di due piani, tutte con giardinetto davanti. Certo non si vedevano in giro nè altre persone, nè negozi di alcun genere. Essenzialmente case e parchi. Ho visto più scoiattoli che persone lungo le strade. E i miei tentativi di fare shopping sono stati, ancora una volta, vani. Ho perfino cercato sulla mia mappa off line l’ esistenza di un centro commerciale, che però una volta raggiunto si è rivelato assai deludente. thumb_IMG_0111_1024Il pomeriggio e giorno successivo sono stata presa da altro, motivi di lavoro e ragione principale della mia visita. E la terza mattina era anche quella della mia partenza, quindi di nuovo taxi fino all’ aeroporto di Raleigh-Durham, volo breve con scalo a New York e poi fìvolo transoceanico fino in Germania. New York era la mia ultima speranza in fatto di negozi. Ma prima di arrivarci, il vero proble a era il tempo. La mattina stessa infatti in tv il canale meteo dava tempeste per tutto il  giorno sopra a New York. Infatti il primo aereo, che era ancora più piccolo di quello dell’ andata, è stato fermo sulla pista per più di mezz’ ora, con continue comunicazioni del pilota che ci informava di come l’ aeroporto di New York fosse stato chiuso e riaperto ( e così via per tipo altre 2 volte). Volo carico di turbolenze, sante goccine tranquillanti che mi hanno evitato un infarto. E una volta arrivata a New York, ero in un terminal schifosetto , non sono nemmeno uscita e rientrata dai controlli, ho solo preso una scala mobile ed ero praticamente già in zona gate! E anche qui, tanti bar e ristoranti, per fortuna anche tanti duty free… ma tutti senza trucchi! Vendevano solo alcolici e profumi! Ero quasi alla fine del corridoio quando… l’ illuminazione! Un negozio MAC! Era piccolino però era già qualcosa. La commessa sembrava davvero con poca voglia di fare, è stata anche scortese. Quando le ho chiesto se aveva qualcosa delle nuove collezioni (già che di esposto non c’ era niente) mi ha risposto con l’espressione di chi guarda un idiota “Oh ma quelle noi non le teniamo qui”. Ah beh grazie tante. Quindi me ne sono andata. Sono riuscita a trovare uno, e dico uno solo, duty free che vendeva anche cosmetici. Purtroppo c’ erano solo marche che trovo normalmente anche in Germania, niente Urban Decay, niente Two Faced, niente di un minimo interessante. E quindi me ne sono ritornata al gate, decisa ad affogare il mio disappunto in qualche cibo extracalorico.

thumb_IMG_0114_1024E infine mi sono sistemata a leggere un libro aspettando l’ ultimo volo.

thumb_IMG_0113_1024Neanche a dirlo, degna conclusione del viaggio: causa turbolenze, il volo è arrivato in ritardo a Francoforte, quindi per non perdere il treno ho dovuto correre e col cavolo che ho prestato attenzione ai negozi!